La Favata di Ozieri per gustare gli antichi sapori della cucina sarda e rinsaldare il senso dell’appartenenza lionistica – Lions Club – Distretto 108 L

La Favata di Ozieri per gustare gli antichi sapori della cucina sarda e rinsaldare il senso dell’appartenenza lionistica

18 marzo 2016, 16:17

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E il ricavato del mercatino di beneficenza andrà alla missione Leonte della Brigata Sassari

Da 35 anni la Favata di Ozieri costituisce un appuntamento annuale per i Lions della Sardegna e le loro famiglie ed una piacevole occasione per gli amici “continentali” del nostro distretto. Se aggiungiamo il fatto che da altrettanti anni arrivano all’appuntamento anche i Lions di Santa Manza, club corsicano gemellato con gli ozieresi, possiamo riconoscere alla nostra Favata anche l’ attributo di “internazionale”.
I più lontani si mettono in moto di prima mattina, gli amici del Sassarese se la prendono con più comodo, qualche gruppo noleggia un pullman e, a partire dalle dieci, arriviamo tutti alla spicciolata, accolti con grande ospitalità dai padroni di casa che riservano a ciascuno di noi un sorriso “speciale”. E subito ci sentiamo a casa.
Sei appena arrivato ed un invitante aroma di caffè ti indirizza verso una tavola imbandita di tante delizie: i fragranti biscotti sardi ancora caldi di forno, ma anche diversi tipi di formaggio, i salumi di casa, ed infine il fegatino di pecora, cucinato alla maniera dei pastori sardi. Ad accompagnare il tutto, dell’ottimo vino di proprietà. Si sta svolgendo ancora una volta per noi l’antico rito de “Su cumbidu”, uno spuntino offerto dopo tante ore di viaggio, giusto per rinfrancarci!
In poco tempo ci siamo tutti, in un crescendo di saluti, abbracci e battute scherzose. Ci conosciamo da sempre, alcuni sono nuovi ma non impiegano molto per sentirsi parte della compagnia. E poi c’è il gruppo corso, li salutiamo con simpatia e con un minimo di conversazione in francese
E mentre Pinuccio Aini segue la cottura della favata con occhi di esperto, qualcuno va a messa, altri partecipano a brevi visite guidate, altri ancora continuano a chiacchierare fra di loro. Tutti fanno un salto al mercatino di beneficenza delle Signore (le mogli dei soci di Ozieri, lions in pectore), dove puoi trovare una grande varietà di dolci e liquori sardi, preparate dalle loro abili mani. Quest’anno il ricavato del loro mercatino andrà alla missione Leonte della Brigata Sassari.
Poi finalmente tutti a tavola, a gustarci la favata. Si tratta di uno dei più antichi pasti della cucina sarda, un piatto di origine “povera”, che ha come base le fave secche e i ritagli del maiale; è impreziosita dall’aggiunta di salsicce e resa unica nel gusto dalla presenza di cavolo, finocchietto ed altre erbe selvatiche. Una festa per il palato, un ritorno alle nostre tradizioni che solo gli amici di Ozieri ci sanno offrire.
Simbolo storico della Favata è “la fava d’argento” e, dopo i cinquant’anni del club, anche la “fava d’oro”. Si tratta di un pregevole monile che i Lions di Ozieri  fanno realizzare da ben 35 anni da un orafo locale, per la felicità di coloro cui viene assegnato .
Si va ad Ozieri anche con la speranza di meritarsi la fava: c’è chi la ottiene per una fedeltà che dura negli anni, chi perché viene da più lontano; c’è una fava d’argento anche per la famiglia più fedele e infine per il club con maggior numero di rappresentanti. L’aver ottenuto la fava d’oro o d’argento è un motivo di orgoglio; chissà se arriverà il momento in cui i candidati governatori inseriranno nel proprio curricolo anche questo importante riconoscimento!
Scherzi a parte quest’anno le fave d’argento sono andate al club di Calangianus, ennesima volta gruppo più numeroso, a Leda Pupa, lions venuta da più lontano, e, infine, premio dei premi, la fava d’oro è andata alla coppia Giuliano Cois e Gabriella Artizzu, quale riconoscimento per una consuetudine iniziata trentacinque anni fa,  preceduta  nel tempo da altre due fave d’argento, meritate allora da Giuliano, quale presidente del club più numeroso.
E non è finita qui: non ci sarebbe “la favata di Ozieri” se a conclusione del pranzo non ci venissero servite le zeppole più buone del mondo: quelle preparate dal mitico Paolo, famoso frittellaro di Tempio Pausania, ricercato nelle feste e nelle sagre di tutto il nord Sardegna. Sono gustose, leggerissime, fritte al punto giusto e realizzate esclusivamente con pura farina del “Molino Galleu” storico mulino di Ozieri.
Quando salutiamo il presidente Antonio Falzoi e ci diamo appuntamento, a Dio piacendo, per il prossimo anno, ognuno di noi ha con sé un pacchetto di zeppole, qualcuno ne chiede più pacchetti…. ma, così è, ci sono zeppole per tutti.
E a casa la festa continua.

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