L’intervento Programmatico del Governatore Eugenio Ficorilli – Lions Club – Distretto 108 L

L’intervento Programmatico del Governatore Eugenio Ficorilli

30 luglio 2016, 9:29

Pubblichiamo il discorso programmatico del governatore Eugenio Ficorilli, pronunciato durante la Riunione dei Presidenti e Segretari del 17 Luglio.

È da cento anni che i Lions si impegnano a favore degli altri e in questi cento anni siamo stati guidati da due raggi di luce: l’etica e la compartecipazione, ossia il comportamento e il lavoro in comune.

Ed è questa la ragione per la quale, senza l’affiatamento e la comprensione tra i soci, viene a mancare il raggiungimento dell’obiettivo, costituito dal service.

Fatta questa necessaria premessa, non mi soffermerò sulla teoria delle idee ma sulla pratica dell’azione, tenuto conto che mi rivolgo alla platea più rappresentativa dell’organizzazione del Distretto.

Nell’intervento di questa mattina toccherò solo aspetti di politica organizzativa, lasciando all’intervento del pomeriggio i punti di pratica organizzativa.

Tratterò quindi:

  1. la pratica dell’etica

  2. la centralità del club

  3. lo sviluppo associativo

  4. il ruolo degli officer

  5. i requisiti del service

  6. gli studi, le proposte, i progetti

  7. l’unità del distretto.

Nel corso del mio intervento non tratterò tre aspetti organizzativi che riguardano il mantenimento dei soci, la loro formazione e i rapporti con la fondazione LCIF; tenuto conto dell’elevata importanza di questi tre argomenti, ne ho affidato la trattazione a tre autorevoli esperti del multidistretto.

  • LA PRATICA DELL’ETICA

Conosciamo quasi a memoria gli otto punti del codice etico e ce li sentiamo ripetere in occasione dei nostri massimi eventi.

Li conosciamo così bene che non servirebbe più declinarli, mentre sta diventando un imperativo categorico quello di praticarli.

Occorre che ciascuno di noi serva d’esempio agli altri in modo che tutti si comportino allo stesso modo e che questo comportamento ci renda diversi di fronte al mondo esterno.

Mettiamoci pure il giubbotto giallo quando scendiamo in piazza, ma questo giubbotto indossiamolo idealmente, nel nostro animo, nel nostro cuore, nella nostra mente.

Siamo consapevoli che non tutti rispondiamo con interezza ai canoni etici che Melvin Jones ci ha tramandato: può dipendere dalle abitudini e dall’ambiente in cui operiamo; ma quando siamo tra di noi dobbiamo almeno tentare di uniformarci ai quei canoni e di invitare gli altri ad imitarci.

Per facilitare questo atteggiamento, ho ritenuto di istituire un nuovo comitato – il Comitato Etico – con lo scopo di propugnare l’etica lionistica per accrescere nei soci il senso di appartenenza, diffondere i valori del codice etico nella comunità, stimolare l’adozione di comportamenti corretti.

E questo comitato dovrà fungere d’esempio a tutto il distretto, affinché ciascun socio possa avere un punto di riferimento per non essere mai in dissonanza con la divisa morale che ha accettato di indossare quando è diventato Lion.

  • LA CENTRALITÀ DEL CLUB

Al centro del lionismo non c’è il governatore, non c’è l’officer, non c’è il socio: al centro della nostra associazione ci sono tutti i soci riuniti nel loro club.

Il governatore e gli officer sono soci prestati al distretto; cessato il loro mandato, rientrano nel club come semplici affiliati, degni di rispetto per l’esperienza che hanno maturato e che sono chiamati a trasmettere.

Un anno di servizio nel distretto, a qualsiasi livello operativo, non dà diritto alla pensione ma al riconoscimento di essere stato utile al club e all’associazione, da portare nella coscienza come distintivo morale, di fianco a quello appuntato sul petto.

Il club è il nucleo essenziale dell’associazione, all’interno del quale operano i soci e intorno al quale si muove la comunità che ha bisogno dei lions.

Per questi motivi il club deve svolgere un ruolo attivo, dove tutti i soci vengano pariteticamente coinvolti, dove regni uno spirito di gruppo, dove vengano puntualmente osservate le regole amministrative ed economiche.

Non è difficile ammettere che il punto di debolezza del club è individuabile nella posizione egemonica di pochi notabili, mentre il punto di forza consiste nel lavoro di squadra dove tutti sono uguali e orgogliosi di partecipare e di condividere il successo.

È evidente che un club con queste caratteristiche è predisposto a servire la comunità, da solo o in collaborazione con altri club, mentre riesce difficile capire perché nascano nuovi club per fare dispetto ad altri club.

  • LO SVILUPPO ASSOCIATIVO

La sede internazionale pone l’accento sulla necessità di aumentare il numero dei soci e la sede centrale mette in evidenza il decremento associativo del nostro distretto.

Alla data del 30 giugno 2016 abbiamo acquisito 364 nuovi soci e ne abbiamo persi 608, con un saldo passivo di 244 soci.

Non è questa la sede per fare l’analisi organizzativa, che intendo portare all’attenzione del congresso d’autunno, ma una domanda è d’obbligo: perché il nostro distretto è quello che ha perso il maggior numero di soci, tanto da incidere sensibilmente sulla media nazionale?

La prima risposta che viene spontanea è questa: la delusione ha superato le aspettative; e la seconda risposta è quest’altra: evidentemente sono state create aspettative sbagliate.

Ora la prima cosa da fare è quella di correre subito ai ripari, ponendo più attenzione all’acquisizione di nuovi soci, cercando di imparare a capire se una persona possiede la prima condizione per diventare lion: la vocazione al servizio.

Se c’è questa, al resto si può rimediare; ma se manca la propensione a fare disinteressatamente qualcosa per gli altri, sacrificando un po’ del proprio tempo e del proprio denaro, dobbiamo presumere che questa persona si aspetti un ritorno dalla sua adesione, in assenza del quale non intenda più sacrificare tempo e denaro.

Meglio che non entri o che se ne vada, ma chi l’ha introdotto dovrebbe fare l’esame di coscienza.

Per ovviare, seppure parzialmente, agli errori di fondo, il distretto metterà gratuitamente a disposizione dei club un nuovo kit da consegnare al nuovo socio: i due certificati già intestati, il distintivo per il socio e lo sponsor, lo statuto e il giubbotto giallo; questa attenzione dovrebbe far riflettere tutti che il club intende investire sul nuovo socio, dando particolare solennità alla sua investitura.

Preliminarmente, però, il club dovrà ottenere dall’aspirante socio anche le risposte ad un apposito questionario dal quale si deducano la sua vocazione al servizio e l’impegno a partecipare alla vita di club.

Queste iniziative sono rivolte a tutte le persone di buona volontà, ma un’attenzione particolare va dedicata ai familiari dei soci, che spesso collaborano con efficacia dall’esterno, nonché ai giovani e al mondo femminile, la cui complementarietà è un potenziale sinergico.

Non pretendo, con queste iniziative, di risolvere il problema dell’acquisizione di soci di qualità, ma quanto meno avremo introdotto una serie di strumenti che ne facilitino la soluzione.

  • IL RUOLO DEGLI OFFICER

Nel lionismo tutti i soci sono chiamati a prestare la loro opera ai vari livelli operativi, indipendentemente dalla loro capacità ma essenzialmente per la loro attitudine ad operare.

Se manca l’attitudine, viene meno la condizione al servizio mentre, se manca la capacità, non è difficile supplire con la formazione, l’addestramento, l’aggiornamento.

Il distretto possiede le risorse per fornire e migliorare la capacità dei soci e le metterà a disposizione ricorrendo a sistemi evoluti di formazione a distanza.

Ciò che però viene in evidenza è il diritto-dovere di ogni socio di prestare la propria opera in qualsiasi posizione venga chiamato poiché, per il principio della rotazione che ci contraddistingue, tutti siamo tenuti a ricoprire gli incarichi necessari a garantire l’efficienza del sistema associativo.

Nessuno dovrebbe rinunciare all’onere di servire, come nessuno dovrebbe pretendere l’onore di servire; è la comunità che decide gli affidamenti a livello di club, di distretto e di multidistretto.

Chi si arroga il diritto di servire senza essere chiamato, troverà scarsa collaborazione e sottrarrà un potenziale servitore alla causa del lionismo; allo stesso modo, chi ritiene di essere officer permanente dovrà fare spazio a nuove leve che lo sostituiscano facendo tesoro delle sue esperienze.

Sono dell’avviso che non siano necessari molti officer a livello distrettuale ma che sia opportuno contare sull’operatività di coloro che hanno dato prova di disponibilità a servire.

E, su questa scia, mi propongo di avviare ai corsi di leadership quanti più soci possibile, non per costituire un’élite, ma per preparare i soci di buona volontà a servire meglio il nostro distretto.

Nel frattempo ho rivisitato i comitati, ho inserito volti nuovi, ho dato inizio ad una fase di rotazione che in prosieguo di tempo vedrà un’alternanza di incarichi e di incaricati; perché tutti dobbiamo essere officer distrettuali almeno una volta.

  • I REQUISITI DEL SERVICE

Se ci riuniamo per pranzare insieme e se ci incontriamo per parlare insieme, avremo posto le basi dell’amicizia e della concordia; ma stare insieme non deve essere il fine bensì il mezzo per realizzare il progetto per il quale siamo lions: servire, fare qualcosa di utile per gli altri, soddisfare un bisogno della comunità sulla quale insistiamo.

Il service deve nascere da un’idea e diventare un progetto, il cui fine è quello di rendere autonomo il soggetto cui è destinato.

Non realizziamo un service se mettiamo mano alla cassa del club e distribuiamo denaro; al contrario, impieghiamo il denaro per acquisire le risorse necessarie a realizzare il progetto di service.

L’orientamento approvato dai congressi d’autunno 2008 e 2009 recita testualmente: “I club e le altre strutture associative rinunciano a partecipare, in ruoli subordinati, ad attività di servizio ideate e gestite da altre pur benemerite organizzazioni”, che tradotto significa: “I lions prestano la loro opera per realizzare service a favore della comunità e impiegano le risorse economiche a sostenere le iniziative interne”, tra le quali assurge la fondazione internazionale LCIF.

Possiamo quindi affermare che un service è tale se soddisfa le seguenti condizioni:

  1. esiste un bisogno oggettivo della comunità;

  2. sussistono le condizioni tecnico-economiche per soddisfarlo;

  3. il club è in grado di progettare il service e programmare le risorse;

  4. la comunità accetta la realizzazione del service.

Credo sia a tutti presente che il service deve avere una connotazione importante e che, per questa ragione, alla comunità è più gradito un solo service di spessore e risonanza piuttosto che tanti piccoli service che finiscono per disperdere le risorse.

E, a compimento dell’opera, il ringraziamento della comunità deve essere l’unico riconoscimento accettabile.

  • GLI STUDI, LE PROPOSTE, I PROGETTI

In un mondo che cambia vorticosamente, le linee d’azione del club non possono essere improntate all’improvvisazione ma devono basarsi su studi specifici ai quali facciano seguito proposte idonee e progetti realizzabili.

Gli studi devono essere rivolti al territorio e condivisi con le istituzioni pubbliche; le proposte devono considerare la disponibilità delle risorse da mettere in campo; i progetti devono garantire la soddisfazione dei bisogni emersi.

Possono sembrare processi difficili da realizzare, ma è vero il contrario: è molto più arduo realizzare un service senza averlo studiato con i destinatari piuttosto che incontrarsi e confrontarsi per trovare la soluzione migliore.

In questo ambito gioca un ruolo importante il Centro Studi, una perla del nostro distretto, voluta da Giuseppe Taranto e sviluppatasi con l’apporto di molti officer.

Quest’anno ho ritenuto opportuno riportare il Centro alla sua organizzazione originaria; competente, snella, a rotazione triennale.

Non sarà composta da scienziati, ma da soci con riconosciuta capacità organizzativa, i cui compiti saranno ricondotti all’individuazione di problemi sociali di attualità e alla ricerca di studiosi che li sappiano affrontare per poi sottoporre le conclusioni alle istituzioni deputate a risolverli.

Il Centro Studi si avvarrà quindi di specialisti interni ed esterni, ma le conclusioni – prima della loro divulgazione – verranno sottoposte al dibattito e alle decisioni interne, affinché sia chiaro che il pensiero finale è quello prodotto dai lions.

Ho espresso idee che ho mediato da voi e che mi sono limitato a riunire e a collegare col filo rosso della loro attualità. Insieme faremo bene per fare del bene agli altri.

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