È  in arrivo il terzo numero di “Lionismo” dell’anno sociale 2019/2020 – Lions Club – Distretto 108 L

È  in arrivo il terzo numero di “Lionismo” dell’anno sociale 2019/2020

12 marzo 2020, 12:33

È  in arrivo il terzo numero di “Lionismo” dell’anno sociale 2019/2020

Ecco una sintesi degli argomenti trattati

 Il grande salvadanaio sulla copertina è un forte richiamo all’azione della LCIF, il cui convegno ha suscitato interesse e risposto alle attese. Leggerne il resoconto può svelare aspetti sconosciuti di quanto LCIF fa per i service di club e quanto i club possono fare per potenziare la Fondazione Lions più grande del mondo. Inoltre, l’articolo offre ai lettori lo spunto per aggiornarsi sui risultati conseguiti fino ad oggi dalla Fondazione e – unito al Quaderno del Lionismo n. 92, in corso di distribuzione a ogni socio – contribuisce alla formazione dei soci.

Le testate giornalistiche hanno il ruolo di informare i lettori sui fatti di cronaca e sugli accadimenti economico-politici della sfera di influenza. È perciò importante sapere cosa comunicano e come comunicano e, per noi Lions, sapere cosa pensano della nostra azione. Emanuele Dessì, direttore de “L’Unione Sarda”, spiega a Mauro Bellachioma, direttore di “Lionismo”, come siamo visti dalla stampa e il suo giudizio è ampiamente positivo. E anche importante, considerato che il giornale è il più antico e diffuso quotidiano della Sardegna; fondato nel 1889, è stato il secondo quotidiano al mondo ad essersi dotato di un sito Internet, dopo il Washington Post.

Quello di Carlo Patatu è un grido d’allarme. Nel suo articolo, il capo redattore si pone il problema del calo dei soci, mettendolo in relazione a vari fattori e chiedendosi se il lionismo abbia perso il fascino di una volta. In un mondo in cui il volontariato sta interessando sempre maggiori settori della popolazione, tra cui ai primi posti ci sono i giovani, per quale ragione le entrate di nuovi soci sono inferiori alle uscite? E gira la domanda ai lettori.

Ognuno ha la propria opinione e Marco Rettighieri esprime la sua, intitolando l’articolo “Ecco la comunicazione che vorrei”. Da manager e da docente, l’opinionista di Lionismo svolge una stimolante dissertazione di cosa si intenda per comunicazione e di come si dovrebbe attuarla. Interessante il concetto che alla base di ciascun “lancio” debba essere predisposto un piano della comunicazione. L’analisi di questo piano indica la strada da percorrere per la concreta diffusione delle notizie all’interno e all’esterno del Distretto.

Profuma di fiori e di cucina l’articolo di Sissi Palmieri che ci racconta la storia di un club finlandese, creato dalla mente di un cultore della natura: uno specialty club, legato alla cucina, dove i soci non appartengono a una località ma un modo di vivere. È nato così il Lions Club Åland Culinaria, dove tutti i soci sono accomunati dal buon cibo e dal buon bere. Ottima base di partenza per stare insieme e progettare service in allegria e spensieratezza.

Roberto Tamburi ci richiama alla triste realtà dell’uso distorto dei mezzi di comunicazione, che non riguarda soltanto i giovani ma anche gli adulti. Richiama la nostra attenzione soprattutto sui tranelli – ogni giorno più ingegnosi – per carpire a chi naviga in Internet informazioni personali, da riciclare per renderli utili a persuaderlo o a depredarlo. L’articolo, nel suo insieme, è una vera arma di difesa dai trucchi del Web.

La Sardegna è un’isola felice? I turisti ne sono convinti perché loro ci vivono benissimo per tutto il tempo della loro permanenza; ma i cittadini sardi non sono dello stesso parere, per la semplice ragione che il braccio di mare che li separa dalla penisola li confina in una colonia: strade e ferrovie insufficienti e collegamenti aerei a singhiozzo spezzano la continuità territoriale e esiliano i sardi nella loro stessa terra. Silverio Forteleoni si pone una domanda e la pone ai lettori: in queste condizioni di disparità e di inferiorità, con carenze di servizi pubblici in tutti i settori, è giusto che i cittadini sardi paghino le imposte nella stessa misura dei cittadini continentali? La domanda non è provocatoria ma semplicemente interlocutoria: cosa risponderebbe il lettore?

Cosa fanno i Leo? Simbolo di vita spensierata, dietro ogni giovane ci sono problemi che non sono mai stati così critici prima d’ora. Eppure c’è chi riesce a trarre piacere dal servire gli altri, agendo in comunità e programmando insieme. Ce lo racconta agilmente Arianna Perna, informandoci che, dopo essere stata scelta Roma come sede per il prossimo Forum Europeo, i Leo si sono riuniti in un’apposita sessione per organizzare l’evento di agosto, nel quale si orienteranno a svolgere “service innovativi e capaci di rispondere alle mutate esigenze della società”.

C’è una “Vita di club” particolarmente interessante perché apre una finestra sui rapporti del club con le istituzioni locali: Berardino Zoina, Presidente del Club Roma Parioli New Century, coniuga la sussidiarietà orizzontale con il lionismo del fare e stipula una convenzione con il II Municipio di Roma Capitale. Questo atto consentirà al club, anche nei prossimi anni, di interloquire con scuole, case di riposo, centri anziani e circoli sportivi per raggiungere masse di persone con cui parlare e agire. Il club potrà, in piena autonomia territoriale, trattare un problema o donare un defibrillatore in condizioni di sinergia

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