3 novembre 2014, 23:55
Nella celebrata Via Giulia di Roma, si erge la chiesa dedicata al Santo Spirito dei Napoletani, dedicata nel XIV secolo a Sant’Eusterio.
Nel 1572, ridotta in cattivo stato, la chiesa fu affidata alla Confraternita dello Spirito Santo dei Napoletani che la spianarono e che, nel 1574, riedificarono su disegno di Domenico Fontana.
Nelle cappelle di sinistra sono custoditi i due più importanti dipinti della chiesa: il Martirio di San Gennaro, patrono di Napoli, ultima opera del grande pittore napoletano Luca Giordano(1632-1705), e l’affresco raffigurante la Vergine con il Bambino del pittore Antoniazzo Romano (1410-1510).
Chiesa nazionale del Regno delle Due Sicilie, ospitò le salme di re Francesco II delle Due Sicilie, della regina Maria Sofia e della loro unica figlioletta, la principessa Maria Cristina Pia, che nel 1984 furono traslate, con una solenne cerimonia, nel Monastero di Santa Chiara a Napoli.
Per trent’anni la chiesa è rimasta chiusa a causa di gravi infiltrazioni d’acqua; il degrado si impadronì del luogo di culto che sembrava ormai non più recuperabile, dato l’abbandono e le crepe che minacciavano la stabilità dell’edificio.
Nel 1980 fu nominato rettore Mons. Natalino Zagotto, che diede subito inizio al difficile e gravoso compito di restaurare e ripristinare la chiesa; il radicale intervento di consolidamento strutturale e restauro architettonico, progettato e diretto dall’architetto Giuseppe D’Emilio e realizzato dal responsabile esecutivo ing. Maurizio Pouchain, ha riportato l’edificio all’antico splendore e, il giorni di Natale del 1986 la chiesa fu riaperta al culto.
Il 1° novembre 2014, alla presenza dei Lions e dei labari dei loro Club, Mons. Natalino Zagotto ha officiato la Santa Messa a suffragio di tutti i soci defunti del Distretto 108L.
Alla preghiera dei Lions, recitata dal Primo Vice Governatore Eugenio Ficorilli, ha fatto seguito la commemorazione da parte del Governatore Giovanni Paolo Coppola, che ha evocato le figure dei soci defunti come esempio di altruismo che ciascuno deve fare proprio per meglio praticare l’etica lionistica.
Patrizia Albani