Lions Club Perugia Host ed Ascanio della Corgna, Nuovi equilibri e prospettive politiche ed economiche nel Mediterraneo Orientale – Lions Club – Distretto 108 L

Lions Club Perugia Host ed Ascanio della Corgna, Nuovi equilibri e prospettive politiche ed economiche nel Mediterraneo Orientale

7 novembre 2016, 10:32

Nuovi equilibri e prospettive politiche ed economiche nel Mediterraneo Orientale

Si è parlato di Medio Oriente nel Convegno organizzato dai Lions Club Perugia Host ed Ascanio della Corgna, che l’ Università per gli Stranieri di Perugia ha ospitato nella sua Aula Magna il 14 ottobre con la presenza di due illustri relatori: l’Ambasciatore Vincenzo Prati, già titolare delle sedi di Kuwait City (durante la seconda guerra del Golfo) e, successivamente di Islamabad ed il prof. Aldo Conidi docente universitario, esperto di relazioni internazionali ed autore di libri sul Mediterraneo e sull’Europa.

I lavori sono stati aperti dal Cerimoniere Antonio Ansalone, che ha introdotto gli ospiti, il Magnifico Rettore dell’Università per gli Stranieri prof. Giovanni Paciullo e la Presidente di Zona Prof.ssa Rosalba Bruno, che hanno portato il loro saluto. A seguire, li prof. Gerli Presidente del Lions Club Perugia Host ha dato il tocco della campana, dopo avere illustrato i contenuti e gli obiettivi del Convegno, che rappresenta la quinta iniziativa sul tema organizzata a Perugia dai Lions Clubs. E’ stata poi la volta del dr. Riccardo Spadolini, coordinatore del Convegno, che ha presentato i Relatori, dando il via al confronto.

Il recente libro di Vincenzi Prati “Sottosopra” e quello di Aldo Conidi “L’Unione Europea”, hanno fornito la base degli interventi, che si sono poi sviluppati, con ulteriori approfondimenti ed aggiornamenti sulle problematiche dell’Area.

Le radici della crisi

E’ emerso fin dall’inizio, che all’origine dell’attuale situazione di crisi vi sono antichi problemi irrisolti:

– il riassetto geopolitico dell’area dall’inizio del XX secolo;, in concomitanza con il disfacimento dell’Impero Ottomanno, pilotato dalle Grandi Potenze (principalmente da Francia e Gran Bretagna) non direttamente confinanti, ma attratte dal valore strategico dell’Area;

– gli interessi dell’ingombrante vicino confinante, l’Impero Russo, poi Unione Sovietica, poi Russia;

– l’antagonismo atavico fra sunniti e sciiti, con la loro specifica visione dell’Islam, che di volta in volta ha fornito le motivazioni religiose ai conflitti di carattere etnico ed economico.

Tutto ciò lo ritroviamo in Siria, l’ultimo dei Paesi nei quali una discutibile motivazione di portare la democrazia, rovesciando i governi autoritari al potere, ha consentito alcune rese dei conti fra le Potenze in campo. In verità, in Siria l’operazione è ben lungi dal compiersi, in quanto alle forze ribelli sostenute da USA, Europa e dalle Potenze territoriali (Arabia Saudita, patria del movimento Wahabita ed Emirati), si sono contrapposti la Russia e l’Iran, paladino delle Comunità sciite: il loro apporto ha fornito nuove ed insperate energie al regime di Assad.

Le forze in campo dei due schieramenti professano, spesso in modo contradditorio, la volontà di contrapporsi all’ISIS. Fuori dall’Area, un terrorismo d’esportazione crea dei pericolosi focolai in giro per il mondo.

La Turchia fra Oriente ed Occidente

Un caso a parte è rappresentato dalla Turchia: il Paese, dopo alcuni decenni di schieramento filo occidentale (nonostante l’antagonismo con l’alleato atlantico Grecia, che in passato ha sfiorato incidenti militari e ha registrato episodi gravissimi, come l’invasione di una parte del territorio cipriota) e le tensioni altissime con la Russia (ricordiamo l’abbattimento di un aereo russo lo scorso anno), ha intrapreso un nuovo percorso, puntando ad un’alleanza soprattutto economica con la Russia stessa, dimenticando i recenti contrasti e mirando ad ospitare uno dei principali gasdotti, che forniranno di energia l’Europa. In questa partita stanno aggregandosi Paesi come Cipro e la Grecia: addirittura, Cipro, Paese membro dell’UE, ha concesso alla Russia una base militare, che le consentirà una presenza costante nel Mediterraneo.

L’Iran un player alla ricerca di un ruolo

L’Iran, uscito da un ultradecennale isolamento internazionale, si riaffaccia sulla scena, schierandosi a fianco dei suoi vecchi nemici russi (l’Iran dello Scia era su posizioni fortemente filo americane!) e ad un passo dal disporre dell’armamento atomico. Le forze iraniane sono schierate in prima linea nella lotta all’ISIS in territoro siriano.

Il pragmatismo israeliano

Nell’attuale contesto, Israele vive nel consueto stato d’assedio, sviluppando una politica pragmatica, che nulla concede ai nemici che la circondano, ma capace di aperture e di valutazioni di opportunità, come nel caso, che esamine

 

remo, dello sfruttamento di nuove fonti di energia.

La debolezza europea

L’UE è una grande realtà sotto il profilo economico, ma totalmente incapace di esprimere una politica estera proporzionale al suo peso nell’economia: è ancora ostaggio delle politiche estere dei singoli membri, della Francia alleata dell’uscente Gran Bretagna e dell’impotenza di Italia e Germania, appartenenti al club dei Paesi sconfitti della II Guerra Mondiale. Sembra lontano il momento che laUE sappia dotarsi di politica estera. Di una politica economica e di una politica militare autonome.

L’ambiguità americana

E’ ormai chiaro a tutti, che l’obiettivo degli USA su scala planetaria è il contenimento ed il contrasto all’ex Unione Sovietica: in Medio Oriente punta a sfilare la Siria, rovesciando Assad, dalla sfera d’influenza russa, come accadde in Iraq e, successivamente in Afganistan, rischiando di generare più o meno direttamente dei mostri, che quasi sempre si sono rivelati incontrollabili, da Al Qaeda ai Talebani, fino all’ISIS, al cui Leader Al Bagdadi fu consentito il ritorno in Iraq dopo un soggiorno a Guantanamo. E’ anche ormai chiaro che gli USA stanno guardando con sempre maggiore interesse all’Area del Pacifico, dove si affaccia il vero gigante dell’economia mondiale, la Cina.

Grandi incertezze nel prossimo futuro

Il futuro del Mediterraneo Orientale (e con esso di Europa ed Africa) è tutto in gioco: incerti gli esiti del conflitto in Siria; la scoperta dei nuovi ed importantissimi giacimenti di idrocarburi al largo di Israele come quello di Leviathan,dal nome del mitico mostro sottomarino biblico, e al largo dell’Egitto, disegneranno nuove alleanze e nuovi equilibri nell’area; dalle parole dei due Relatori, è scaturito il fondato timore di un esito “atomico” del conflitto in corso, confermando la grande preoccupazione espressa da Papa Francesco in merito a questa atipica terza guerra mondiale.

I lavori del Convegno vengono chiusi dalla prof.ssa Maria Pia Viola, Presidente del Lions Club Ascanio della Corgna.

Riccardo Spadolini

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