ECOMAFIA 2017 Storie e numeri della criminalità ambientale in Italia – Lions Club – Distretto 108 L

ECOMAFIA 2017 Storie e numeri della criminalità ambientale in Italia

5 luglio 2017, 9:32

                                                                                         

ECOMAFIA 2017 Storie e numeri della criminalità ambientale in Italia

foto-ecomafia-2017

Il Delegato del Governatore per i Rapporti con le Istituzioni di servizio, Alberto VINCI ed i soci del club Roma Mare Biagio CAPUTI e Francesco ZOMPI’, hanno partecipato su invito di Legambiente il 3 luglio scorso alla “Conferenza sui reati ambientali in Italia”, organizzata e svoltasi presso la Sala della Lupa della Camera dei Deputati alla presenza di alcuni parlamentari (Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente della Camera, Donatella Ferranti, Presidente della Commissione Giustizia della Camera e LUIGI Gaetti, Vicepresidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie).

Hanno partecipato, altresì, Il dr. Roberto Pennisi, magistrato della direzione nazionale antimafia, nonché rappresentanti delle forze dell’ordine che collaborano alla lotta contro i reati ambientali (Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Capitanerie di Porto).

In apertura di seduta il Direttore Generale di Legambiente Stefano Ciafani ha illustrato il Ecomafia 2017, rapporto sulle storie e i numeri della criminalità dal quale emerge che i reati ambientali accertati lo scorso anno su tutto il territorio nazionale sono stati 25.889, con una media di 71 al giorno e di circa 3 ogni ora.

Resta la morsa dell’ecomafia nel Mezzogiorno ed in particolare nelle tre regioni a tradizionale infiltrazione mafiosa, mentre il Lazio è la prima regione del centro Italia e la Liguria la prima del Nord.

Dai raffronti dei dati 2016 con quelli registrati l’anno precedente si rileva, tuttavia, una flessione del 7% nel numero dei reati accertati, passati da 27.745 del 2015 a 25.889 del 2016. Un risultato, questo, che costituisce un’inversione di tendenza rispetto al passato e che assume rilevanza atteso che rappresenta un incoraggiamento a proseguire in tale direzione. E ciò grazie anche al rinnovato impianto legislativo che nel 2015 ha inserito nel codice penale i delitti ambientali con la legge n. 68/2015, approvata dopo ben 21 anni dal momento in cui per la prima volta è stata rappresentata l’esigenza di tale intervento normativo.

La presenza di alcuni parlamentari ha rappresentato, per Legambiente, l’occasione per evidenziare la necessità di portare a termine alcune iniziative ancora in corso sul piano normativo, tra le quali: 1) la definizione di linee guida nazionali per garantire una uniforme applicazione in tutto il paese della legge sugli ecoreati; 2) il completamento dell’iter di definizione dei decreti attuativi per rendere pienamente operativa la legge che ha riformato il sistema nazionale delle Agenzie per la protezione dell’ambiente; 3) l’approvazione di una legge che semplifichi l’iter di abbattimento delle costruzioni abusive e del disegno di legge sui delitti contro fauna e flora protette.

“Quest’anno il Rapporto Ecomafia – dichiara Rossella Muroni, Presidente nazionale di Legambiente – ci restituisce una fotografia che non ha solo tinte fosche, come nelle scorse edizioni, ma anche colori di speranza grazie anche alla legge che ha introdotto nel codice penale i delitti ambientali e che ha contributo a renderci un paese normale, dove chi inquina finalmente paga per quello che ha fatto. Ora è importante proseguire su questa strada non fermandosi ai primi risultati ottenuti, ma andando avanti investendo maggiori risorse soprattutto sulla formazione degli operatori proposti ai controlli e dando gambe forti alle Agenzie regionale di protezione ambientale, che stanno ancora aspettando l’approvazione dei decreti attuativi, previsti dalla recente riforma del sistema delle Agenzie, da parte del ministero dell’Ambiente e della Presidenza del Consiglio dei ministri”.

Un ulteriore proposta è quella formulata dal magistrato della Direzione nazionale antimafia Roberto Pennisi il quale ha auspicato un intervento legislativo volto a rendere più incisive le norme in materia ambientale contenute nel decreto legislativo n. 152/2006. Tale esigenza, secondo lo stesso magistrato, discende dal fatto che la criminalità organizzata agisce non più come gestore del territorio bensì dei rapporti tra le imprese deviate e il potere pubblico che si fa corrompere.

Di qui la necessità di focalizzare l’attenzione sul fenomeno della corruzione e del riciclaggio che costituiscono i principali elementi che inquinano la legalità in Italia.

Un contributo alle riflessioni sull’argomento oggetto della conferenza, ed in particolare in materia di rifiuti, è stato fornito da Giancarlo Morandi, Presidente del Cobat – Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo e da Stefano Mambretti, Presidente della società di gestione dei rifiuti Novamont, i quali hanno rappresentato da un lato la necessità di maggiori controlli nei confronti delle aziende destinatarie di adempimenti previsti dalla citata legge n. 152/2006 e, dall’altro, una maggiore repressione dell’uso di materiali illegali (ad esempio sacchetti di plastica non biodegradabili) al fine di garantire la realizzazione di una economia circolare.

Infine il Dr. Enrico Fontana, moderatore dell’evento nel ringraziare i relatori ha espresso compiacimento per la presenza dei rappresentanti Lions del Distretto 108L.

Dopo i saluti i Lions hanno proposto alla Presidente Rossella Muroni, un incontro presso la sede di Legambiente per sancire un patto di legalità.

 

 

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